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Immagine del redattoreValerio Vita Verde

Cominciamo dai primi passi.

Il Goji è uno solo. Il Lycium barbarum.

gruppo di frutti con foglie di pianta di mio cliente

Per anni più o meno inconsciamente, molti miei colleghi più o meno in buona fede, hanno venduto un altra pianta, il Lycium chinense.

Pianta di Lycium chinense con frutti

Voi sapete perchè?

Ve lo racconto io. Secondo voi come si procurano le piante i vivaisti?

Le comprano e poi se possono le riproducono, se invece sono varietà con la Royalty o pagano per riprodurle o continuano a comprare e rivendere.

così facendo, avviene un primo passaggio rischioso. Se chi vende la pianta al tuo vivaista, compie un errore, il tuo vivaista lo replica ai suoi clienti, imbrogliandoli senza volerlo. E tu sei fregato😊😂.

Ma esiste anche un altro metodo.

Studiare la pianta e iniziare a coltivarla, partendo da materiale sicuro, magari il seme ... farla crescere, ottenerne i frutti e verificare che tutto vada bene.

Qual'è il problema di questo secondo iter? Ovvio no? Il tempo perso!

Ecco che quindi si pone una scelta... faccio business o faccio il mio lavoro seriamente e poi magari pure il business, se son stato bravo?😁👀

IO oltre 15 anni fa comprai da un amico ad Orticola una pianta di Goji che lui aveva seminato. La feci crescere ma mi accorsi che era quasi sterile. Decisi allora di seminarle io e partii per la mia avventura. dopo 3 anni circa producevo mediamente 30.000 piante all'anno perché nel frattempo era scoppiata una moda che io non avevo previsto ma che non mi dispiacque affatto😊.

Quasi subito e per essere chiari a Masino e ad Orticola, vidi comparire piante Olandesi che recavano un carinissimo cartellino col nome Lycium barbarum... mi allarmai. Erano molto diverse dalle mie. Preoccupato chiesi ai colleghi come mai fossero così diverse e li ammonii di controllare bene perché sapevo che alcune specie di Lycium nel mondo sono velenose e non avrei mai voluto che un banale errore botanico, avesse potuto provocare danni a qualche ignaro avventore. Non ricevetti molto ascolto dai miei colleghi, anzi, mi snobbarono e ignorarono, dicendomi che il mio era Goji ornamentale ed il loro quello vero da frutto.

La storia sarebbe lunga ma sintetizzando dirò che alcuni di li ad un anno cambiarono fornitori e si riallinearono al mio vero Goji, con facce più o meno di bronzo, altri invece, perseverarono allegramente nell' "errore" fregandosene altamente di me e di tutti.

Ma perché fare questo? Una pianta vale l'altra, no? NO! Non è mai così!

Il L.chinense vivaisticamente parlando è la pianta ideale. Radica in un batter d'occhio, non ha nemici se non l'oidio che per un vivaista è un problema ridicolo e cresce a spron battuto, non si rovina nel trasporto e fiorisce fin da piccola.

Il Lycium barbarum invece, da talea viene male, servono molte cure, è massacrato dalle lumache, fila e si alletta, prende varie malattie da umido, da secco e tanti parassiti adorano le sue foglie. Fiorisce si, ma solo sulla cima dei rami e dovendoli potare per trasportarli, i fiori sulle pianticelle da vivaio non li vedevi mai. Inoltre ha foglie che nel trasporto si rovinano molto. Insomma una pianta scomoda alquanto.

Ecco perché cambiare pianta non era cosa utile... meglio lasciarli agli altri i problemi!

Fine prima parte

I molti clienti che hanno subito la sorte di incontrare prima il Lycium chinense possono testimoniare... www.lyciumbarbarum.it

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